Cari colleghi, nel 150° anno dalla nascita della nostra Nazione come stato unitario, il pensiero non può non andare ai principi ispiratori del nostro Risorgimento. Mi piace ricordarVi un episodio storico antecedente il Risorgimento, ma che spiega bene la natura e le caratteristiche dello spirito che generò i grandi protagonisti di quegli anni. È il 19 luglio 1787; l’esercito francese conta su 32 battaglioni contro i 13 dell’alleanza austro-sabauda. Il punto nevralgico della battaglia è il Colle dell’Assietta, presidiato da un battaglione di Granatieri di Sardegna. Il comandante del battaglione chiede ordini al quartier generale e prepara la ritirata strategica del suo contingente. Le truppe francesi sono superiori per numero e armamento, l’unico vantaggio dell’esercito sabaudo è la posizione. L’ordine che arriva dal quartier generale è perentorio nella sua semplicità: “Buja nen” (bugianen), “non muovetevi”. Il “Buja nen” viene ripetuto da soldato a soldato: durante il corso della battaglia nessun granatiere si muoverà dalla sua posizione. L’avanzata del nemico è bloccata. Alla fine della giornata l’esercito francese conterà 5000 morti contro i 200 dello schieramento sabaudo. Più tardi i Savoia comprenderanno la propria missione di unificatori della nostra Nazione: sull’Assietta nasce lo spirito e la forza che supporterà il nostro Risorgimento. I piemontesi da allora sono stati etichettati come “Bugianen”, ma l’etichetta è tutt’altro che negativa. È il simbolo di un popolo che mantiene le proprie posizioni, che non cambia per il solo gusto di dirsi moderno, che analizza il nuovo prima di accettarlo, che è profondamente legato al presente, alla certezza e alla fierezza del proprio “ben agire”. Con le Olimpiadi Torino e tutto il Piemonte, partendo da quel “Buja nen”, sono andati oltre, scoprendosi capaci di essere “always on the move”. La nostra è una scienza a elevato impatto tecnologico, dove le “conquiste tecnologiche” spesso si confondono con “operazioni di marketing”. La filosofia tutta piemontese del “Buja nen”, unita allo spirito Olimpico, traccia una precisa rotta di comportamento verso le innovazioni: prima fermarsi a capire, criticare, valutare e solo alla fine muoversi verso “il nuovo”. Ed in questo cammino di valutazione delle innovazioni, mi piace ricordare come lo spirito, di alcuni tra i principali attori del nostro Risorgimento, possa esserci di insegnamento. Per ben fare, per garantire eccellenza, per migliorare continuamente dobbiamo rivendicare e ispirarci alla visione futurista di Giuseppe Mazzini e della sua “Giovine Italia”, alla capacità di sognare e di credere nei propri sogni di Giuseppe Garibaldi, alla concretezza e alla visione globale di Camillo Benso di Cavour e, per ultimo, all’attenzione e alla visione economica di Quintino Sella. Il Risorgimento e gli eroi dell’Assietta hanno molto da insegnare anche a noi Ortopedici. Spero che il vostro viaggio nella prima Capitale d’Italia possa essere formativo per quanto discuteremo insieme e piacevole per le tante opere artistiche presenti in questa splendida città. Nel darvi il benvenuto a Torino, Vi lascio con uno dei motti delle Olimpiadi che è divenuto una delle etichette di questa Regione: “the passion is here”.
Paolo Rossi